Trentodoc Cime di Altilia LeVide: gli ultimi arrivati, con l’autorità dei padri fondatori


Trentodoc Cime di Altilia LeVide cantina Degli Azzoni Wines Val di Non

C’è l’abisso che passa tra il conquistadores e il magnate. Tra la propaganda dell’egocentrico e l’intellettualismo del visionario. Tra il tentativo di cavalcare con opportunismo un’onda favorevole e il calcolo decimale delle possibilità di arrivare a convincere tutti, da subito. Incentrando la quotidianità sulla qualità, maniacale. La linea di Trentodoc Cime di Altilia della cantina LeVide è l’ultima arrivata tra le “bollicine di montagna” del Trentino. Ma ha già l’autorità degna dei vini dei padri fondatori.

Brut Millesimato, Extra Brut MillesimatoBrut Rosé e Riserva Nature. Quattro spumanti Metodo classico Trento Doc che convincono dentro e fuori dal calice. Merito delle scelte e dell’approccio coerente e rispettoso di Degli Azzoni Wines, azienda di proprietà della famiglia Conti degli Azzoni Avogadro Carradori, risultato dell’incontro di tre casate nobiliari di altrettante regioni: Conti Carradori nelle Marche, Conti degli Azzoni Avogadro in Veneto e Toscana e Conti Riccati in Veneto.

È proprio in Trentino, in particolare nella dimensione artigianale della piccola-medio impresa operosa che costituisce l’ossatura qualitativa del Trentodoc, che il gruppo Degli Azzoni Wines sembra aver trovato il proprio habitat ideale e naturale.

Una nuova casa in realtà ancora da costruire, con il progetto di ristrutturazione di Maso Alesiera che sarà il fiore all’occhiello della cantina di Borgo Italia 22, a Predaia (TN), comune sparso poggiato su un altopiano del gruppo montuoso della Mendola.

LA RISTRUTTURAZIONE DEL MASO ALESIERA

A lavori conclusi, ad accogliere gli ospiti sarà una struttura integrata con l’ambiente esterno, a 700 metri d’altitudine. Una sorta di “monumento agli spumanti di montagna”, raggiungibile solo attraverso una vecchia mulattiera e capace di richiamare il bosco circostante, grazie alla scelta degli elementi d’arredo.

Il punto forte sarà la sala degustazione con ampia vetrata sul cru Alesiera, che dà vita al vino di punta di LeVide, il Riserva Nature. «Un luogo che dovrà emozionare i nostri ospiti e trasmettere il nostro approccio al Trentodoc, dove siamo gli ultimi arrivati», chiosa Valperto Degli Azzoni.

La produzione procede già a ritmi serrati. «Con l’obiettivo – spiega ancora il patron – di raggiungere le 100 mila bottiglie annue, rispetto alle 20-30 mila sboccature a cui siamo arrivati sino ad oggi dal 2018, anno d’avvio formale del progetto». A seguire la parte enologica è Massimo Azzolini, l’uomo che ha consentito alla famiglia Degli Azzoni di conoscere i vecchi proprietari dei vigneti, di origini milanesi.

Tra le particolarità della linea di Trentodoc Cime di Altilia di LeVide, la scelta di tappare con il sughero gli spumanti in affinamento. Molto più di un vezzo, come dimostra il successo internazionale di cantine come la catalana Recaredo, che da anni impiega il sughero naturale al posto del tappo corona, anche durante la fase di presa di spuma degli spumanti Corpinnat (ex Cava).

TRENTODOC CIME DI ALTILIA LE VIDE: LA DEGUSTAZIONE
Trentodoc Cime di Altilia LeVide brut extra brut nature maso alesiera degustazione degli azzoni winesTrentodoc Brut Millesimato 2015 Cime di Altilia, LeVide

Chardonnay in purezza, circa 6,3 grammi di residuo zuccherino. È l’ariete di una batteria di Trento Doc dalla marcata personalità e caratterizzazione. Giallo paglierino, perlage fine. Convince per la cremosità del perlage e la gran purezza delle note di frutta a polpa gialla. Ben amalgamate a dosati rintocchi di pasticceria e crosta di pane.

Ricordi gelidi di erbe di montagna controbilanciano la suadènza glicerica. Dando “il cinque” alla componente fresco-acida. E creando un ensemble di assoluta piacevolezza ed equilibrio. Beva spasmodica senza rinunciare al carattere, specie nell’abbinamento a tavola.

Trentodoc Extra Brut millesimato 2015 Cime di Altilia, LeVide

Altro Chardonnay in purezza, con dosaggio ridotto a 3,2 grammi per litro. Nel calice si presenta d’un giallo paglierino, più chiaro rispetto a quello del Brut. Un esercizio in “sottrazione” in cui non ci rimette alcuna delle componenti.

Se è vero che al minor apporto glicerico corrisponde un’altrettanto inferiore percezione del frutto, diventa ancora più fondamentale quello che si scoprirà essere uno dei marcatori principali dei Trentodoc di LeVide: la cremosità esponenziale del perlage.

In questo quadro, l’agrume sostituisce la frutta a polpa gialla e la pasticceria. Ancor prima, al naso, i fiori bianchi fanno da sfondo alle venature minerali e saline tipiche dei migliori spumanti del Trentino base Chardonnay, a basso dosaggio.

Trentodoc Nature Riserva millesimato 2015 Cime di Altilia, LeVide

Giallo paglierino più carico rispetto ai due precedenti. Il Trento Doc di punta degli «ultimi arrivati» tra le bollicine di montagna trentine, incanta per la pienezza del frutto. Qualcosa di non comune per la tipologia.

Ed esalta, ancora una volta, l’altro file rouge della gamma. Ovvero l’appena percettibile percezione dei lieviti. Segno (anche) dell’assoluta gioventù e prospettiva del nettare. Un “singola vigna” di assoluto valore nel panorama delle bollicine trentine.

Trentodoc Brut Rosé Cime di Altilia, LeVide

Colora il calice di un bel rosa corallo chiaro, luminoso, frutto della cuvée Chardonnay-Pinot Nero. Perfetta corrispondenza gusto olfattiva, su preziose note di piccoli frutti di bosco, a bacca rossa. Si avvertono chiaramente ribes e fragolina.

Buon apporto fresco acido e consueta vena cremosa del perlage, a rendere ancora più beverino un rosé di precisione millimetrica, anche nello sviluppo delle note nel retro olfattivo. Buona anche la persistenza, su ritorni fruttati e minerali-salini.

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